Rinnovabili, perché il mercato italiano può rendere il doppio di quello tedesco

In Italia le fonti rinnovabili possono rendere agli investitori quasi il doppio rispetto alla Germania, il più grande mercato europeo delle energie pulite. Questa potenzialità sta facendo partire la fase due delle rinnovabili. In uno scenario energetico mondiale segnato dalla crescita tumultuosa dell’energia dal sole e dal vento (1.500 miliardi di dollari investiti in 10 anni soprattutto nella costruzione di impianti), l’Italia è stata in prima linea: sono stati installati 25 GW fra eolico e solare fotovoltaico, per un flusso totale di investimenti di oltre 70 miliardi di euro.

Ora dal boom iniziale si passa alla gestione della fase più matura, in linea con la richiesta europea di consolidare e far crescere il settore. Questo processo di cambiamento non può lasciare fuori imprenditori, finanziatori e investitori che devono adattarsi agli sviluppi in atto per cogliere le opportunità più favorevoli del mercato.

Per entrare nel vivo di questo mercato di “seconda generazione” delle rinnovabili e per evitare di subire uno ‘shopping’ che tagli fuori il sistema Italia, si è svolto a Milano il Renewable Energy Summit, organizzato a Milano da Palma Investimenti e Servizi, in Partnership con ITA (Italian trade Agency, già Ice) cui partecipano 15 aziende del settore – tra cui le quotate Alerion, Kinexia e Maire Tecnimont, Edison e il gruppo Maccaferri – e 11 fondi di investimento internazionali. Tra la lista degli interventi, quelli di rappresentanti di Mediocredito Italia, Glennmont Partners, Orrick, PwC, Eos Consulting , Ascor e Gothaer, assieme ad Andrea Gilardoni di OIR – Observatory on Renewables’ Industry and Finance dell’Università Bocconi e di Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.

Si tratta di un meeting b2b del tutto innovativo pensato per mettere in rete i professionisti del settore per soddisfare le esigenze di investitori, imprenditori e gestori di attività green. Due giorni di intenso lavoro e di incontri speed date, con delegati e relatori in rappresentanza dei top player del settore, per mettere in rete le opportunità più interessanti del mercato italiano delle rinnovabili.

“Siamo alla vigilia di una seconda partenza: ci sono tutti i presupposti per un rilancio tutto puntato su un aumento di efficienza sia dal punto di vista gestionale che tecnologico”, spiega Massimo Sapienza, vicepresidente del summit e CEO di Palma Investimenti. “Gli impianti italiani del fotovoltaico ed eolico, anche i 18.000 MW di taglia industriale, hanno infatti una proprietà molto frammentata – l’operatore con il pacchetto più grande, Terra Firma, possiede 300 MW – o concentrata in mano a utilities che, passata la fase degli incentivi, intendono venderli per fare cassa. Migliorare la gestione e aumentare il livello di imprenditorialità darebbe già una spinta significativa al settore”.

C’è poi un secondo elemento che consentirebbe un netto incremento dei profitti, rilevano gli organizzatori del summit: molti impianti, soprattutto nel fotovoltaico, sono stati costruiti con grande fretta per sfruttare finestre legislative ed è quindi possibile cogliere significativi miglioramenti di performance attraverso un’attenta analisi di ottimizzazione tecnica.

Terzo punto che potrebbe facilitare il nuovo ciclo del mercato delle rinnovabili in Italia è il differenziale tra i nostri tassi di rendimento sull’equity per l’acquirente, che sono compresi fra il 10 e il 13%, e quelli della Germania, che viaggiano sul 6-7%, oppure del Regno Unito e della Francia, dove si attestano attorno all’8-9%.

“Esistono pertanto opportunità di consolidamento che consentono di cogliere sinergie industriali nell’operations e maintenance, aumenti di valore di natura finanziaria, attraverso il rifinanziamento degli impianti, e tecnica, grazie all’ottimizzazione degli impianti”, afferma Claudio Vescovo, presidente del Renewable Energy Summit e Investor manager della Glenmont Partners. Il 2014 sarà dunque con ogni probabilità un anno di grande fermento nel settore delle rinnovabili.

Oltre alle grandi operazioni già ipotizzate (dalla cessione degli asset di EON Italia – 2000 MW idroelettrici, 500 MW eolici, 50 MW fotovoltaici – alle alienazioni attese da GDF-SUEZ) si può prevedere che nei prossimi 24 mesi si svolgeranno transazioni per 6-7 miliardi di euro all’anno (10% del valore totale installato) in direzione del consolidamento del settore.

“Lo sviluppo di un mercato secondario per le rinnovabili rafforza l’intero settore, consentendo di far affluire direttamente e indirettamente maggiori risorse finanziarie”, dichiara Andrea Gilardoni, dell’OIR – Observatory on Renewables’ Industry and Finance dell’Università Bocconi. “L’OIR estenderà la propria attenzione a tale mercato sia monitorando tutte le operazioni di compravendita anche da un punto di vista economico, sia ponendosi come punto di riferimento per valutare le imprese e i progetti. Tutti i dati saranno a esclusiva disposizione dei partner dell’OIR.”

(da comunicato a cura di Silverback- Greening the Communication)

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