Semplificazione, flessibilità, condizionalità. Sono questi i punti cardine della nuova programmazione dei fondi europei dal 2014 al 2020. Le risorse complessive per i prossimi sette anni ammontano a circa 980 miliardi di euro di impegno, di cui si prevede di liquidare fino a 908 miliardi di pagamenti, suddivisi tra politica agricola comune (che assorbe circa il 34% del totale), fondi strutturali (circa 37%), programmi diretti e altri strumenti (circa 27%), e investimenti Ue nel mondo (circa 6%).
In concreto, nel 2014 circa il 42% del bilancio sarà destinato alla crescita sostenibile, il 33% alla coesione economica, sociale e territoriale, il 12% alla competitività (crescita e lavoro), il 6% alla globalizzazione, il 2% alla cittadinanza e il 5% alle spese amministrative.
Tutto ciò rappresenta appena l’1% del Pil dell’Unione europea.
“Rispetto alla scorsa programmazione 2007-2013 Bruxelles ha voluto riorganizzare l’assegnazione e la gestione delle risorse in maniera più organica e vincolante alla strategia Europa 2020”, spiega Ewelina Jelenkowska-Lucà, portavoce della Commissione europea in Italia.
“Il nuovo bilancio è infatti molto legato a quegli obiettivi, i progetti che vogliono accedere alle risorse comunitarie devono dimostrare di lavorare in questa direzione. Ciò è vero soprattutto per i programmi diretti, per i quali le aziende competono non a livello locale ma a livello europeo”.
FONDI DIRETTI E INDIRETTI: QUALI LE NOVITA’
I fondi europei sono gestiti indirettamente o direttamente. I primi sono fondi strutturali (in particolare Fse e Fesr), stanziati preventivamente per paese membro, mentre i fondi diretti si articolano in vari programmi europei cui hanno accesso aziende e cittadini di ogni paese membro, a pari merito e senza dotazioni preventivi per nazionalità o provenienza.
“Per quanto riguarda la gestione dei fondi diretti – prosegue Jelenkowska-Lucà – la parola d’ordine è semplificazione: i programmi sono stati infatti raggruppati in più volumi e saranno governati dalle stesse regole procedurali”.
Ecco dunque le novità: Orizzonte 2020 mette insieme le iniziative a sostegno della ricerca, con una dotazione di circa 78 miliardi di euro; l’ambito cultura e media sarà oggetto dei finanziamenti di Europa Creativa; per gli studenti, gli insegnanti, le organizzazioni giovanili e i giovani lavoratori nasce il programma Erasmus Plus, che raggruppa i tre pilastri della programmazione precedente.
Per i fondi strutturali invece, che prevedono interventi di impatto sul territorio, la novità consiste nella condizionalità dei finanziamenti, ovvero le spese devono rispondere a degli obiettivi precisi (che ciascun Paese segnalerà in un accordo da sottoscrivere dal governo nazionale e dalla Commissione entro aprile 2014).
Infine, solo con riferimento ai Fondi strutturali, è previsto un meccanismo di premialità per gli Stati che hanno dimostrato di saper utilizzare al meglio le risorse: a loro sarà assegnato un ulteriore 5% sulla dotazione iniziale. “Da un lato dunque avremo dei finanziamenti diretti più flessibili e di facile accesso, dall’altro si eviteranno i cosiddetti ‘progetti a pioggia’ tipici nell’uso dei fondi strutturali”.
NUOVI STRUMENTI: PER LE IMPRESE ARRIVA COSME
Ci sono infine strumenti finanziari nuovi. “Per le imprese ci sarà il programma Cosme, che ha tra gli obiettivi principali quello di aiutare le pmi nell’accesso al credito. Partecipare però vuol dire fare uno sforzo di qualità nelle proposte: l’europeizzazione è la chiave, bisogna pensare in un’ottica europea. Basti pensare che 40 miliardi di euro sono destinati al CEF (Connecting Europe Facility), il nuovo meccanismo per collegare l’Europa che fornirà sostegno finanziario per la costruzione di collegamenti materiali (strade, ferrovie, infrastrutture per l’energia) e immateriali (digitalizzazione)”.
PROGETTI FINANZIABILI: L’ITALIA HA 11 OBIETTIVI TEMATICI
L’Italia, a cui Bruxelles ha fatto sei “raccomandazioni”– risanamento dei conti pubblici, semplificazione del contesto imprenditoriale, accesso al credito, riforma del lavoro e del sistema fiscale – ha segnalato alla Commissione europea 11 obiettivi tematici intorno ai quali saranno realizzati i progetti finanziabili dai programmi indiretti.
Questi riguardano, tra gli altri, la promozione della ricerca e dell’innovazione, la valorizzazione del tessuto imprenditoriale, la tutela dell’ambiente, l’occupazione giovanile. R&D, green economy e giovani sono gli assi tematici portanti della nuova programmazione 2014-2020.
IL 94% DELLE RISORSE UE TORNA AGLI STATI MEMBRI
Quanto ci costa, a livello di sistema Paese, tutta questa impalcatura? “Assai poco – spiega Jelenkowska-Lucà – Ci sono grandi fraintendimenti sul funzionamento del bilancio dell’Unione europea. Ogni Stato paga a Bruxelles in media l’1,27% del proprio Pil; il resto delle risorse sono interne all’Europa: IVA, accise e dazi doganali, multe dell’antitrust europeo, tasse sugli stipendi dei funzionari”.
Fatto 100 il totale del bilancio europeo, l’Europa intesa come burocrazia costa meno del 6% di quello che raccoglie, mentre oltre il 94% ritorna ai Paesi membri sotto forma di finanziamenti diretti e indiretti.
“In tempi di crisi come quello attuale, per molte Nazioni questi sono gli unici euro destinati a investimenti. Quindi cogliamo l’opportunità sin dall’inizio di questa nuova programmazione, per sfruttare al meglio le occasioni che Europa ci offre”.
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